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Rabarbaro

Aggiornamento: 25 set 2019




"Bisognerebbe tentare di essere felici, non foss’altro che per dare l’esempio”. (Jacques Prévert)




<<Ciao Daniele, sono Michele ti ricordi di me? Ci siamo scritti. Grazie di tutto>>.

Quante volte in questi quattro anni sono stato avvicinato da persone con le quali ho interagito sui social e che, in occasione di mie visite nei loro luoghi di residenza, hanno voluto incontrarmi. Certamente è una cosa che mi fa immensamente piacere, ma sarei un bugiardo


se dicessi che quando avvengono questi incontri, mi ricordo sempre dell’interlocutore che ho davanti.

Non fingo di riconoscere mai la persona se non me la ricordo ed anzi, motivandola con il fatto che ricevo tantissimi messaggi o commenti, ho difficoltà a memorizzare tutti coloro che perdono anche un solo minuto per scrivermi qualcosa. Ecco perché io chiedo sempre ai miei amici virtuali della rete, quando ci incontriamo di dirmelo per cementare l’amicizia e dare così finalmente un volto reale alle persone con quello che io chiamo il profumo degli occhi.


Anche a Udine questa settimana, mi è capitato diverse volte di essere stato

avvicinato da persone che mi ribadivano questa nostra conoscenza, ma non mi sarei mai immaginato che tra i tanti amici che ho finalmente incontrato, una persona potesse regalarmi una gioia così grande come quella di toccare con mano quel bene che sto cercando di fare nel mondo per renderlo migliore. Dopo alcuni minuti che ero insieme a Michele (che chiaramente non si chiama così e non potrà venire mai a confermare quello che scrivo svolgendo un lavoro delicato) e a tanti altri amici che conoscono la sua storia, lui mi si è avvicinato e con un sorriso a trentadue denti, comprendendo che non lo avevo riconosciuto, mi ha abbracciato e mi ha detto: <<Io ti ho scritto una lettera, che tu hai trasformato nella lettera di Rabarbaro. E grazie a te e a Bolle di Affanno la mia vita oggi è totalmente differente>>.


Improvvisamente le sue parole sono esplose dentro di me, provocandomi un’emozione ed una gioia immensa. Davanti a me c’era materialmente una persona che, grazie alla condivisione dei miei errori o di quanto di sbagliato io possa avere fatto, alla ricerca di quegli

aspetti costruttivi della mia vicenda che potessero aiutare gli altri, attraverso esempi da seguire o modalità di esdebitamento da attuare, una persona appunto che ha effettivamente sterzato la sua esistenza, uscendo dalla gogna di una vita sottomessa al debito, per riacquisire una dignità ed una serenità che gli permette di guardare al domani sorridendo. Ecco “Michele” mi ha regalato a Udine il senso della mia permanenza nel progetto, dove, grazie alle persone con cui mi ha fatto mettere in contatto Maurizio Sarlo,

concedendomi la piazza virtuale di Coemm, oggi ho capito l’importanza di questa idea che ha messo in contatto tante persone che si stanno aiutando reciprocamente senza nulla pretendere. Questo perché, nonostante qualcuno continui a sporcare tutto questo, io a Rabarbaro come a tutte le altre centinaia di persone che ho aiutato e che seguo continuamente, non ho mai chiesto nulla di più del loro affetto. Io che ho sbagliato tanto, oggi ho capito che più delle voci che ti raccontano o che ti giudicano, conta la forza dell’esempio che riesci a lasciare dietro di te. Io non sono certamente una delle migliori persone di questo mondo, ma da quattro anni cerco in tutti i modi di diventare un buon esempio per tutti, anche per coloro che mi ritengono qualcosa da dover cancellare.


“Seguite l’esempio dei migliori, di coloro che abbandonano tutto per costruire un mondo migliore”.  (Salvador Allende)



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