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Nani e Bambini



"In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: <<Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite>>.


Come molte volte ho ripetuto, anche se non sono cattolico, per me risulta quasi impossibile non fare riferimento, nei miei articoletti alle sacre scritture, avendo comunque uno zoccolo cristiano, ben radicato nel fondo della mia anima. Questo non vuole dire avere rinnegato quello che sono, ma semplicemente accettare di essere andato oltre le rigide mura di una singola religione e di avere oltrepassato quella “Soglia della speranza”, che tanto ha contribuito alla mia formazione attuale, presentandomi

oggi con una forma mentis, nella quale le religioni sono un accessorio fondamentale della mia esistenza, al pari dell’agnosticismo. Prendendo spunto da un famoso filosofo, mi verrebbe da affermare che oggi, “Grazie a Dio sono ateo”.


“Lasciate che i bambini vengano a me”, è un paragrafo del Vangelo di Marco che descrive Gesù, circondato da bambini che cercano di toccarlo, mentre i suoi discepoli, tentano affannosamente di impedire loro di disturbare il Figlio dell’Uomo. A prescindere dall’aspetto divino del Cristo, che non ci interessa trattare in questo articoletto, vogliamo evidenziare

l’aspetto filosofico della frase di questo grande profeta, che è indubbiamente vissuto, come ci raccontano sia gli storici che i profeti di altre religioni e che sul concetto “io sono la verità e la vita” ha basato il suo messaggio terreno.


Se partiamo dal ragionamento che il Cristo nel suo interagire, si pone agli altri come la rappresentazione terrena della “Verità”, diventa consequenziale comprendere che quel suo volere i bambini accanto a sé, è di fatto un invito a portare i bambini verso la “Verità” che, come dicevano gli antichi filosofi, sarà sempre “Uno”, perché se fosse “due”, sarebbe polemica (Aletheia e Polemos). Evitiamo di approfondire l’argomento su “verità e polemica”, che ci porterebbe in un ginepraio intellettuale, ma quello che vogliamo sostenere con questo esempio, è che fin dalla notte dei tempi le grandi menti, i grandi leader, hanno sempre capito l’importanza di formare i bambini,

rispetto a quello che doveva essere l’acquisizione della “Verità”, ovvero la necessità di formare alla conoscenza le giovani leve, affinché attraverso la loro conoscenza si realizzasse la loro consapevolezza.


D’altro canto i peggiori tiranni invece, comprendendo bene questo concetto, hanno sempre cercato di allontanare i giovani da questi fattori, spesso fuorviando le loro menti, con l’imposizione di interessi diversi dalla mera sapienza e, soprattutto, con azioni atte a creare una sudditanza mentale dal potere, che li distogliesse da altri interessi. Lo vediamo in questi giorni dove, senza che mai un giovane abbia mai mostrato un cartello o abbia mai fatto sentire la sua voce in merito, i

politici si riempiono la bocca di concessioni elettorali agli adolescenti, nel tentativo di dimostrare loro di avere una qualche voce in capitolo.


È bene invece chiarire che tutto quello che viene fatto “nell’interesse dei giovani”, sono alla fine solo manovre di palazzo, che mirano a distrarre le nuove generazioni e chi per loro vorrebbe lottare, dai veri problemi di una società, che è destinata prima o poi ad implodere su sé stessa, quando i giovani si renderanno conto della grande truffa, che viene costantemente fatta alle loro spalle.



Il potere dimostra continuamente di agire contro l’indipendenza mentale del suo popolo, tentando di fermare la crescita di conoscenza e di consapevolezza delle nuove generazioni, attraverso per esempio politiche scolastiche che potrebbero sembrare scellerate, ma che invece riteniamo essere ben studiate e pianificate. In questi giorni sono state riaperte le porte delle scuole nelle quali, tra i tanti nuovi studenti, 590 mila ragazzi inizieranno il loro percorso di studi superiori, per l’ottenimento di un diploma di maturità. Bene, le politiche scolastiche che abbiamo nel civile occidente, che prevedono soprattutto grandi investimenti economici e temporali per le famiglie e ben pochi

invece per lo Stato, hanno dimostrato tutto il loro fallimento o forse, vedendola dalla parte dei potenti, il loro grande successo, attraverso i risultati di una ricerca, uscita proprio in questi giorni e commissionata dalla rivista “Tuttoscuola”, dalla quale emerge drammaticamente che ben il 30,6% di quei giovani, non arriveranno mai al diploma di maturità, abbandonando prima il loro percorso di studi.


Se vogliamo davvero cambiare il mondo, mirando ad una società migliore, non solo dobbiamo creare un nuovo paradigma, anche didattico, nel quale tutti i ragazzi arrivino alla fine di un percorso minimo di studi e di consapevolezza, nella quale la conoscenza, non sia qualcosa da

delegare alla curiosità personale, ma che sia il fulcro dell’interesse primario della stessa società, ma dobbiamo anche fare in modo che quel percorso didattico, sia davvero efficace e funzionale per ogni studente e che soprattutto permetta ad ognuno di loro, non attraverso voti, bocciature e promozioni, ma attraverso una vera e formativa crescita intellettuale, di approntarsi al mondo che andranno poi a vestire e a gestire, con il cuore pieno di voglia di verità e altruismo. Solo in questo modo, potremo sperare di cambiare questo mondo sbagliato, attraverso una concezione da fare maturare ai giovani, che il senso del tutto in cui viviamo, è reale e vero solo se lo affrontiamo tutti “Assieme”.



Voglio chiedere scusa a quei 130 mila giovani, che in questi giorni sono entrati per la prima volta nei loro Istituti Superiori, se per colpa nostra non arriveranno mai al diploma, ma voglio anche garantire loro, che cercheremo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità, per cambiare questo paradigma e modificare questa statistica, magari anche grazie all’apporto di forze politiche nuove, che vogliono creare un Mondo Migliore e che io spero possano partire da quel “Partito del Valore Umano”, che nasce dall’idea del progetto Coemm per un Mondo Migliore, che amo e seguo oramai da quasi cinque anni. Attraverso il nostro impegno e quello di tutte le persone di buona volontà che compongono i salotti solidali Clemm, potremo contribuire a fare risplendere il sole di una cultura, che illumini e riscaldi tutte le persone, ma che miri soprattutto ai giovani, dimostrando loro la forza di una delle frasi più significative di Karl Kraus:


“Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti”.

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