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Mi fido di Noi

“Ciao, scusa il disturbo vorrei scrivere un articoletto su una cosa delicata che riguarda un aspetto del progetto e volevo chiederti se vuoi dare un’occhiata al testo prima che lo pubblico, onde evitare fraintendimenti o inesattezze!” (telefonata tra amici)

“La cosa peggiore per i potenti è che non possono fidarsi degli amici.” Risulta difficoltoso confutare le parole di Eschilo, che rappresentano bene lo stato dei potenti, che rappresentano la società attuale, rispetto alle persone che gravitano attorno a loro. Sicuramente quei potenti potranno avere molta più materialità di quello che hanno le persone normali, ma certamente non assaggeranno mai quel sentimento di fiducia nel prossimo, proprio a causa del sistema che li ha resi potenti, fatto di opportunismo, speculazione e sfruttamento dell’altro.


Da quando sono entrato nel progetto per un Mondo Migliore, non so se meritatamente o meno, ho avuto la possibilità di scrivere liberamente anche e soprattutto nelle pagine del progetto Coemm, del quale non rivesto nessun incarico ma che comunque mi ha regalato l’onore di essere "amministratore" delle sue pagine. Questo mi ha dato la possibilità di scrivere e pubblicare direttamente i miei pensieri, che in questi quattro anni hanno raggiunto decine di migliaia di persone, permettendo di farmi conoscere ai più, per quello che in realtà sono e non per quello che la mia vita può raccontare. In questa evoluzione nel progetto, sicuramente lo spazio dedicato al mio scrivere, anche se non ho nessun titolo per parlare a nome di Coemm, in realtà, proprio a causa della libertà di espressione concessami da chi il progetto lo ha ideato e di chi lo presiede, spesso ha rappresentato comunque un luogo ove andare ad approfondire il messaggio “new humanistic di Coemm” e del suo fondatore Maurizio Sarlo.

Con il dovuto rispetto per gli intellettuali, è normale in ogni progetto idealistico, che vi siano dei soggetti che gravitano attorno al progetto stesso, per raccontare l’evoluzione del progetto stesso, aiutando le persone a comprendere meglio il paradigma che vuole andare a modificare, creando anche delle frequenze di unione di intenti, che possano portare all’inclusione, tra tutte le realtà soggettive, di cui il progetto stesso fa parte. Considerarmi intellettuale probabilmente è un’offesa alla categoria, ma certamente è indubbio che il mio impegno letteriario nel progetto, è servito a tante persone per creare grandi aperture mentali o per vedere le cose da un’altra prospettiva.

Nel momento in cui però si va a “rappresentare” l’idea di un progetto, se lo valutiamo rispetto al sistema che regola la società attuale, “chi parla anche involontariamente per conto di”, si ritrova comunque dei paletti, delle direttive o in ogni caso delle “censure”, a cui viene sottoposto da chi quell’idea sta portando avanti. Nel momento in cui i tuoi testi vengono poi letti da migliaia di persone, risulta quindi normale che chi ti ha dato la possibilità di esprimere il tuo pensiero in “casa sua”, effettui comunque una valutazione a monte di quello che vorresti dire, onde evitare di creare malumori, incomprensioni o di fornire una comunicazione inesatta.

Le differenze dal sistema attuale del nostro progetto, del suo fondatore Maurizio Sarlo e della sua presidente Maura Luperto, si evidenzia invece già da subito, proprio da questo step comunicativo. Difatti ad oggi, mai nessuno di questi soggetti o di quelli preposti alla verifica degli scritti dentro il variegato universo Coemm, mi hanno mai detto di rimuovere uno scritto o chiesto di correggere e modificare qualcosa che io avevo pubblicato. Non solo, ma oltre questo, non mi è mai stato nemmeno richiesto di fare valutare i miei scritti prima della pubblicazione. Questa forma mentis dei promotori del progetto, non solo dimostra una grande fiducia nelle persone alle quali hanno deciso di concedere spazio letterario nelle proprie pagine, ma denota una grandissima buona fede rispetto anche alle prerogative che quelle persone muovono. Se un leader avesse qualcosa da nascondere o da temere, sicuramente farebbe in modo di prevenire qualsiasi forma di ipotetici danni, che potrebbero arrivare da un’informazione troppo libera di muoversi ed esprimersi nei suoi spazi.

Ecco che allora la telefonata con cui ho aperto l’articoletto odierno, intercorsa tra me e Maurizio Sarlo un po' di tempo fa, diventa il manifesto programmatico della Buona Comunicazione, rispetto a quel nuovo paradigma che il progetto vuole andare a creare. Nella risposta del fondatore alla mia domanda, vi è tutta la visione liberale e di nuovo umanesimo, che basa le sue fondamenta sulla estrema fiducia nell’Essere Umano e nelle sue prerogative di giustizia, fedeltà e fiducia. Alla mia domanda: “Ciao, scusa il disturbo, vorrei scrivere un articoletto su una cosa delicata, che riguarda un aspetto del progetto e volevo chiederti se vuoi dare un’occhiata al testo, prima che lo pubblico, onde evitare fraintendimenti o inesattezze!”, Maurizio Sarlo invece rispose con la massima semplicità: “Non importa che lo leggo! Se ritieni che il testo sia giusto, allora è giusto anche per me”.

Ecco questo è il progetto Coemm, uno spazio per uomini di Buona Volontà, che hanno riscoperto la capacità di fidarsi l’uno dell’altro e che proprio in quella fiducia, ripongono le speranze di un cambiamento del sistema, che non sia solo limitato ad un microcredito. Credo che le linee guida di questo progetto, che si ripropone di creare un riequilibrio dello stato sociale, con una reale lotta alla povertà, rappresentino quanto di più innovativo si possa trovare nello spettro attuale delle proposte di cambiamento, che però abbiano alla base qualcosa che rimetta al centro della società l’Uomo. In questo contesto, a prescindere da tutte le illazioni che sono state dette su Maurizio Sarlo e sulla sua idea, la sua grande fiducia nell’essere umano, anche quando interagisce con l’ultimo tra gli ultimi, dimostra la bontà del suo credo e la grande forza del suo messaggio di uguaglianza.

Se il tema di questo mese proposto dalla presidente di Coemm Maura Luperto è la “Gratitudine”, io credo che è indubbio che questo sentimento abbia dentro di sé proprio quella corresponsione di “Fiducia” che è il vero motore evoluzionario che potrà cambiare il mondo rendendolo migliore. Perciò torniamo ad avere fiducia nel prossimo e vi accorgerete la che vita avrà una luce differente, soprattutto se lo farete senza aspettative o pretese,

precludendovi in questo modo la possibilità di rimanere delusi. Se riusciremo a realizzare questo paradigma mentale ci renderemo conto che transiteremo dall’affermazione singolarista “Mi fido di me”, ad una visione della vita comunitaria, in cui il nostro faro sarà semplicemente l’accezione: “Mi fido di noi”.


“Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia.” “Ernest Hemingway”

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