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Lettera dal passato


“Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.” (Fernando Pessoa)


In questi giorni mi è capitato di leggere o di sentire persone che hanno dichiarato una loro stanchezza verso la progettualità di Coemm, ed in particolare una stanchezza morale a continuare il percorso verso quel Mondo Migliore, che abbiamo intravisto nelle parole del suo fondatore Maurizio

Sarlo. Lo stesso più volte ha invitato queste persone a valutare quale sia davvero la stanchezza morale che dovrebbero sentire e sia dalle sue parole, che da quelle di chi dichiara questa stanchezza, dopo “Lettera dal futuro”, ho immaginato di scrivere una lettera a mio nipote, che la leggerà poi tra qualche anno, quando la progettualità di Coemm o comunque il Nuovo Umanesimo che stiamo cercando di costruire, vedrà la luce, anche perché, in alternativa questa società è destinata ad implodere.


Lettera dal passato



<< Ciao nipote, oggi mentre scrivo queste righe, se dovessi descrivere come mi sento, la parola con cui potrei definire bene il mio stato attuale è: “STANCO”. Stanco di questa società basata solo sul PIL, dove le persone non contano nulla e si ammazzano per i debiti o per la vergogna di non potere garantire un reddito alla famiglia… Sono stanco di una sanità che non ti cura e non ti garantisce le medicine... Sono stanco di una scuola che non forma e di un mondo del lavoro basato solo sulla crescita e sulla produzione... Sono stanco di vedere

persone cercare nell’immondizia qualcosa da mangiare o dopo quaranta anni di duro lavoro, fare la fila per avere un pasto caldo o un letto dove dormire per una notte… Sono stanco di

ragazzi che entrano nel mondo del lavoro con stipendi da fame, sfruttati come muli da soma, solo per garantire il benessere di pochi… Sono stanco di anziani che sono abbandonati all’attesa della morte, in istituti dove altri futuri anziani li offendono e li picchiano… Sono

stanco di una società che ti valuta per quel che hai e non per quel che sei… Sono stanco di pagare acqua ed energia che la terra invece ci regala… Sono stanco di sapere che il lavoro ci serva solo a sopravvivere e soprattutto che oggi ci neghi di vivere, essendo diventato il centro della nostra esistenza… Sono stanco di pensare che sia una banca a decidere la mia esistenza e non la mia mera volontà.... Sono stanco di scoprire che molte

delle malattie che mi affliggono, potrebbero essere debellate, se solo le case farmaceutiche smettessero di vederci come clienti invece che come malati…. Sono stanco di vedere persone ammucchiate nelle carceri, senza nessuna speranza di un recupero sociale o di una crescita di consapevolezza morale… Sono stanco di uomini che ammazzano le donne e di padri che violentano i figli…. Sono stanco di bambini che muoiono sotto le bombe, per gli interessi economici di chi non riesce a portare a quelle creature i farmaci, ma gli fa arrivare tranquillamente gli ak47… Sono stanco di quel bambino che ogni cinque secondi muore nel

mondo, perché andiamo a cercare l’acqua su Marte, ma poi non siamo capaci di portare a quel bambino un rubinetto con l’acqua potabile… Sono stanco di una politica che promette sempre, salvo poi rimangiarsi tutto e contestare le stesse cose non fatte, a chi poi prenderà il suo posto al timone della barca... Sono stanco infine di vedere una terra completamente devastata dall'inerzia e della stupidità umana, al punto di mettere a rischio il futuro tuo e dei tuoi e di chi ti seguirà...

Di una cosa però non sono stanco: di Credere e di Sperare che si possa creare davvero un Mondo Migliore e ad oggi, il progetto Coemm e le sue derivazioni politiche e intellettuali, risultano per me, le uniche soluzioni da potere attuare, per cambiare il paradigma attuale, attraverso un percorso che, tramite un vero Nuovo Umanesimo, rimetta l'Essere Umano al centro della società. Solo con un profondo cambiamento di questa società, che dovrà nel futuro basare la sua essenza non più sull’equazione “Lavoro-Produzione-Guadagno”, ma sull’equazione “Presenza-Condivisione-Benessere” potremo sperare di creare una società che nel cestino del suo PIL, invece che lo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo, abbia a contenere la sua “FELICITA’”.


Ti saluto mio adorato nipote, che forse non conoscerò mai, ma vorrei che quando leggerai questa lettera, tra venti anni, tutta la stanchezza che ti ho descritto, non faccia più parte della società in cui viviamo e che tutto quello che ho raccontato, sia solo un brutto ricordo, di una società che non esiste più. Sono “Convinto” che le cose cambieranno e mi piace “Sperare” che buona parte della responsabilità di questo cambiamento, possa passare attraverso all’azione ed alle parole anche di uomini di buona volontà, che hanno creduto in un progetto magari utopico, ma che alla fine ha contribuito a cancellare il buio di questa nostra società, riportando la luce

di una nuova visione umanistica dell’esistenza umana, illuminando un percorso che poi ci potrebbe portare verso l’alba di un Mondo Migliore.


Ti abbraccio, tuo Nonno…>>


“Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta.” (KHALIL GIBRAN)

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