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Lacrime di Sangue e pioggia

“È il principio della fine.” (Principe Talleyrand)

Domenica scorsa sono stato nel circolo ACLI di Gattinara, in provincia di Vercelli, per presentare il libro “La Bambina svelata” che ho scritto con la mia amica Ketty Capodici. È stata una bellissima serata, carica di emozioni che hanno toccato le corde più profonde del cuore, di tutti coloro che hanno deciso di essere presenti a questa bella iniziativa, promossa in occasione della ricorrenza della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”.

Questa serata ha fatto il paio con quella promossa presso il Comune di Ello, nella provincia di Lecco, venerdì 22 novembre, quando è stata organizzata una fiaccolata dal “Lavatoio”, un antico luogo dove le donne lavavano i panni, la cui vasca era piena di acqua corrente a cui una luce rossa sommersa, dava un aspetto di sangue disperso nell’ambiente. L’assurdità della violenza sulle donne e soprattutto di quella dell’omertà che ancora ruota intorno a questa grave problematica, che vede coinvolte molte famiglie anche italiane, nelle quali si ritiene erroneamente che certi panni sporchi, si debbano lavare comunque in famiglia, è stata rappresentata da quel lavatoio ricoperto di panni bianchi e rossi, sormontati dalla scritta “i panni sporchi si lavano in piazza”, mentre un violino, graffiava il cuore dei presenti, con le note della sofferenza delle donne.

Sono stati due eventi che partendo dall’acqua, che ho trovato costantemente in tutti i miei spostamenti, dentro quella pioggia che costantemente ha bagnato con le sue gocce, quasi fossero lacrime dell’universo, tutte le iniziative promosse in occasione della ricorrenza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si è celebrata ieri 25 novembre. L’acqua mi ha accompagnato continuamente e mentre mi accingevo ad arrivare a Gattinara, attraversando il Sesia, sono rimasto sconvolto dalla potenza dell’acqua di questo fiume, che si presentava spaventosamente in piena, come la maggior parte dei fiumi italiani in questi giorni e che vorticando violentemente, scaricava milioni di metri cubi di quell’indispensabile elemento per la vita umana, che il noto e maestoso fiume piemontese, raccoglie sul ghiacciaio del Monte Rosa.

Angelo Porcaro, una delle amicizie meravigliose e ricche di contenuto che mi ha regalato il progetto per un Mondo Migliore, nel mio recente viaggio ad Udine, da grande ricercatore “acquatico” quale è, mi ha descritto scientificamente le grandi potenzialità dell’acqua, che compone la maggior parte dell’essenza di ogni essere vivente e che, senza rispetto e soprattutto senza lungimiranza, stiamo continuamente a violentare, al punto che oggi troppo spesso ci ritroviamo poi a collegare l’H2O, che dovrebbe rappresentare la gioia della vita, invece a motivazioni di sofferenza e morte.


“Un morto ogni dieci giorni”; questa è la drammatica statistica che riguarda i decessi di persone dovute a disastri legati al dissesto idrogeologico del nostro paese, derivanti per la maggior parte da frane, smottamenti e alluvioni, che si verificano con una frequenza di una ogni 45 minuti. Ogni pioggia un po' più importante, nel nostro paese racconta un’emergenza e la forza della natura, unità alla debolezza, alla stupidità e troppo spesso alla speculazione umana, che vede in quell’acqua una spietata forma di arricchimento personale, si trasformano continuamente in disastri territoriali e personali, che troppo spesso culminano esclusivamente con l’affermazione “Non vi lasceremo soli”, senza che poi i problemi vengano seriamente e costruttivamente affrontati e risolti.

Venezia affonda sotto i colpi di una burocrazia collusa e tangenziale, mentre Matera frana e Genova affoga. Ma sono centinaia le località italiane che da Palermo a Sarno, dalla provincia pisana alle lande piemontesi, puntualmente sprofondano trascinate da fiumi di fango, che rappresentano bene la viltà e la cattiveria umana, soprattutto di quegli amministratori che non sono degni di portare questo titolo. Da una mappa aggiornata dell’Italia che frana, che interessa tutti gli 8.051 comuni italiani, emerge spietatamente che un sesto del territorio nazionale, pari a circa 5 milioni di ettari, risulta danneggiato dall’erosione. Questi disastri si contano al ritmo di 10 al giorno e provocano un morto ogni dieci giorni. I comuni colpiti da alluvioni sono passati negli ultimi quattro anni dal 37 al 57% del totale, con 1.072 comuni i cui dissesti interessano anche il centro abitato.

Negli ultimi trenta anni l’emergenza idrogeologica ci è costata la cifra di “Cinquantamila miliardi” di euro e la cosa più assurda è che se i comuni rispettassero i vincoli ambientali, buona parte di queste tragedie umane ed ambientali, non si verificherebbero. In molte zone sono state approvate leggi urbanistiche e piani regolatori che non hanno tenuto conto della realtà territoriale, creando i presupposti di bombe ambientali, delle quali prima o poi la Natura chiede sempre il conto.

L’amico Angelo Porcaro, mi ha raccontato della grandezza della frequenza dell’acqua e tutte le sue potenzialità positive, ed io mi auguro che l’uomo torni ad ascoltare quella frequenza, ristabilendo il rispetto nei confronti dell’H2O e verso ogni altra potenzialità della natura, che per permettere una nostra convivenza, ha la necessità che l’Uomo torni ad interagire con loro con un senso di profondo rispetto,

lungimiranza e soprattutto con una razionalità che non transiti dai conti correnti di chi gestisce la cosa pubblica.


Abbiamo bisogno di riscoprire la grandezza del rispetto, che parta da quello verso le donne e nei confronti di ogni altra forma di vita, per arrivare alla nostra madre terra e a tutti quegli elementi che risultano fondamentali per la nostra esistenza. Se non cambieremo alla svelta questi paradigmi, probabilmente fra qualche decennio non avremo più la necessità di affrontare le emergenze violente

che riguardano sia le donne che il territorio, perché probabilmente saremo diventati la causa diretta dell’estinzione della nostra specie, affogati da “lacrime di sangue e pioggia”, che con un assurdo menefreghismo, continuiamo a provocare.


“Il prossimo sdilluvio universale non sarà fatto d’acqua, ma di tutti i nostri rifiuti accumulati nei secoli. Moriremo assufficati dalla nostra stissa merda.” (Andrea Camilleri)

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