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La rosa dei venti

“Laddove spira più tagliente il vento, e alto si leva il mare e non lievi sono i pericoli da superare, mi sento a mio agio”. (Friedrich Nietzsche)

Ha da poco iniziato ad albeggiare a La Spezia, quando un gruppo di agenti della Polizia di Stato, sta per bussare alla porta di casa di un noto medico di spezzino. <<Buongiorno, lei è il dottor Giampaolo Porta Casucci?>> alla risposta affermativa del medico, gli agenti gli comunicano che devono fare una perquisizione nella sua abitazione e sul suo posto di lavoro e poi, terminate quelle operazioni, lui dovrà seguirli in Questura per accertamenti. Negli stessi attimi, un’altra pattuglia della polizia, sta entrando nell’abitazione del consigliere regionale Giancarlo De Marchi, noto esponente ligure del Movimento Sociale Destra Nazionale.

È il 12 novembre 1973 e le indagini portate avanti dalla magistratura, hanno portato alla scoperta di una organizzazione golpista, nata dalla folle progettualità eversiva del medico spezzino, fino ad allora ritenuto solo un soggetto eccentrico, con simpatie neonaziste. Il dottor Giampaolo Porta Casucci, come emerso dalle indagini, aveva creato una fitta rete di conoscenze istituzionali e militari, che gli avevano permesso di buttare le basi di un complotto per l’effettuazione di un “Colpo di Stato”, il cui nome in codice era “La Rosa dei Venti”.

Tale scellerato progetto, prevedeva l’acquisizione forzata del potere in Italia, anche con la complicità dell’esercito, di cui il medico ed il consigliere missino, avevano coinvolto alcuni ufficiali, che avrebbero dovuto garantire l’eliminazione di 1617 persone, tra le quali il Ministro degli Interni Taviani e numerosi sindacalisti, magistrati, giornalisti e politici. Le successive indagini portarono a dimostrare un coinvolgimento di un alto esponente dell’esercito italiano, che avrebbe ordinato al Tenente Colonnello Amos Spiazzi, di prendere contatto con una banda di estremisti di destra, per finanziarla, allo scopo di provvedere all’esecuzione del “Lavoro sporco”.


Le indagini purtroppo non portarono all’identificazione di questo militare, in quanto lo stesso Amos Spiazzi, si rifiutò di fornirne il nome. Al suo interrogatorio davanti ai magistrati, era presente, in rappresentanza dell’Esercito, delegato direttamente dal Generale Vito Miceli,

capo del Sid, il servizio segreto militare dell’epoca, anche il generale Alemanno, il quale, come trascritto poi dai magistrati, con “cenni convenzionali”, fece capire ad Amos Spiazzi, che non avrebbe dovuto coinvolgere altri nomi in quell’indagine. Quell’interrogatorio portò comunque alla messa in accusa sia del Tenente Colonnello Amos Spazi che dello stesso Generale Miceli, che poi venne arrestato l’anno successivo, a seguito delle indagini sul "Golpe Borghese" diretta conseguenza della strategia della "Rosa dei venti", anche se con un’escamotages legato a millantati problemi di salute, il Generale Miceli, riuscì ad evitare la carcerazione dentro un istituto di pena.

Di tentativi reali o fantasiosi di golpe in Italia, ne abbiamo avuti diversi, che sono passati da quello ricordato come il “Golpe Borghese” al “Piano Solo” oltre a tutti quelli presunti, che hanno visto il coinvolgimento anche di noti esponenti della destra radicale, oltre che di agenti dei servizi segreti come l’organizzazione “Gladio”, fino a tutte le attività del noto capo massonico Licio Gelli. Proprio quest’ultimo, comprese invece la grandezza dei “Golpe fantasmi”, cioè di quelli basati sulla creazione di strutture che non sovvertissero alla luce del sole, l’ordine democratico dello Stato, ma che se ne appropriassero silenziosamente a tutti i livelli, che ebbe il suo culmine con la nascita della “Loggia Propaganda 2”, da tutti conosciuta come “Loggia P2”.

Poi vi sono stati tutta una serie di Golpe politici democratici, basati sulla capacità dello stato di “sfruttare” le caratteristiche “parlamentari” della nostra repubblica, per portare al governo personaggi che mai avrebbero potuto arrivare invece a gestire la cosa pubblica, se si fossero presentati direttamente in politica o se avessero provato a farlo con le loro forze politiche. Queste azioni hanno portato al governo soggetti che hanno potuto effettuare azioni scellerate, difficilmente proponibili da chi politicamente avrebbe invece avuto la forza politica di effettuarle, però con il rischio di metterci la faccia. Questi soggetti oggi dovrebbero essere chiamati a rispondere, per quei 18 milioni di poveri che emergono dalle statistiche attuali e che sono maturati a seguito delle loro scelte prettamente economiche finanziarie. Un capitolo a sé potremmo dedicarlo poi a tutti quei Golpe bancari, posti in essere da chi detiene il potere economico, ma lasciamo questo onere a chi di economia è più consono che ne parli.

Tornando ai Golpe democratici, quello che vogliamo dimenticare sempre, anche quando vediamo osannare i vari politici attuali, è che i vari Amato, Dini e Monti, alla fine hanno potuto disfare l’Italia, grazie ai voti di tutte le forze politiche storiche che oggi, dalla maggioranza fino all’opposizione, hanno sempre garantito un’azione devastante di governi tecnici o parapolitici, sempre e solo allo scopo di favorire determinate lobbie. Qualcuno di questo oggi ci viene pure a dire che quei signori poi hanno pure salvato l’Italia.

Sono passati 46 anni da quando il piano “Rosa dei venti” fu bloccato e ancora in Italia si sente un vento gelido di totalitarismo che soffia da molte parti. Quando sentiamo un qualunque Matteo, che dopo la vittoria ad un’elezione politica europea, ritiene di poter gestire da solo l’Italia, oppure di potere richiedere “i pieni poteri”, sia che arrivi dalla “Ruota della Fortuna” che dal “Pranzo è servito”, sia che arrivi da Firenze, sia che giunga da Milano, non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che queste persone, non hanno mai rappresentato ne fatto gli interessi del popolo, ma hanno pensato esclusivamente a favorire quella forza che da sempre è nelle mani di pochi e che garantisce benefici, solo a chi detiene il potere economico e finanziario.

Oggi abbiamo ricordato quel 12 novembre 1973 che ci riporta ad una delle pagine più buie della repubblica e che, come in tante altre occasioni, non per ultimo il caso Mattei e il sequestro e successivo omicidio Moro, ha visto coinvolti spesso militari e politici, sia che abbiano agito in nome di una destra conservatrice, sia che abbiano tentato di sovvertire l’ordine democratico, attraverso moti pseudo-marxisti leninisti, per i quali, chi ha governato in questi quaranta anni, non ha mai fatto un mea culpa, anche solo per il fatto di non avere provato ad affrontare quelle esperienze, con un processo vero alla politica, per superarle e chiuderle definitivamente, lasciando di fatto aperte, con tali negazioni, anche tali scellerate posizioni.

Io non so se siano state peggiori le azioni governative effettuate dalla destra o quelle messe in atto dalla sinistra; so di sicuro che però proporre ancora oggi un mondo diviso dalle ideologie, dai colori, dal riformismo o dal conservatorismo, risulta quanto di più utopico e dannoso, che si possa fare per la società attuale, che se vuole sopravvivere all’attuale stasi economica e sociale, ha la necessità di creare una nuova forma di gestione della cosa pubblica, che sia basata, non più sulla divisione, non più sull’esclusione, non più sulla globalizzazione, non più sul capitalismo o sul liberismo sfrenato, ma semplicemente sull’Unione, sull’Inclusione, sul Riequilibrio della ricchezza, su un nuovo Paradigma che attraverso “l’Uno sposti davvero il Novantanove” ma soprattutto su un nuovo schema, che si rifaccia al Rinascimento Italiano e che riporti in auge un reale e funzionale “Nuovo Umanesimo”.

Credo che nessuno che ritenga di poter credere ad una società basata su questi valori, possa riconoscersi nelle forze politiche che attualmente “presidiano” il parlamento. Solo attraverso la consapevolezza, possiamo sperare di creare una società migliore, partendo già da una nuova politica, verso la quale noi in questo momento possiamo solo porre la nostra “Resilienza”, che non sappiamo quando, ma che prima o poi, porterà alla cancellazione di questa società sbagliata e malata, forse non per merito nostro, ma sicuramente per i demeriti di chi ha creato tanta diseguaglianza sociale.


“Favorendo lo sviluppo di massicce disuguaglianze economiche, il regime dell’accumulazione dominata dal sistema finanziario ha posto le basi per la propria stessa crisi.” (Luciano Gallino)

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