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I Ceci di Giovanni

“L'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi.” (François De La Rochefoucauld)

Il tavolo di cucina ricoperto di ceci mischiati a foglie e stecchi, mi ricorda Giovanni, uno degli amici che mi ha regalato il progetto per un Mondo Migliore, che ogni tanto mi porta un sacchetto dei ceci secchi, che lui produce, insieme a tanti altri meravigliosi prodotti della natura, nel suo grande orto. Pulire i ceci e poi metterli ammollo, è un’operazione antica e affascinante, che mi riporta ogni volta alla mia infanzia, nella quale acquistare un barattolo di legumi, era una cosa quasi impensabile. Ammollare i fagioli o i ceci per tutta la notte era la normalità, ed il risultato che si otteneva era poi gustato attraverso gli stufati di fagioli o nelle minestre di ceci, ma anche semplicemente in un contorno condito solo con olio, sale e pepe.

Ogni tanto, quando mio padre aveva un po' di tempo libero, quei fagioli venivano cotti in un fiasco da vino, insieme ad aglio e salvia, ponendolo il fiasco vicino al fuoco del caminetto, che con il suo calore provvedeva lentamente e faticosamente alla cottura di quel prelibato legume. Il risultato erano quei “fagioli al fiasco” croccantissimi, da un sapore corposo e pieno di tutta la forza dell’orto, che oggi risulta difficile anche descrivere.

Probabilmente la qualità e l’igiene dei prodotti che compriamo oggi, sia che li troviamo nei barattoli di vetro, sia nelle confezioni di tetrapak, che nei classici barattoli di alluminio, è sicuramente superiore a quella dei fagioli di mio padre, ma è indubbio anche però che i legumi che compriamo oggi, non sono nemmeno lontani parenti di quelli che ho assaggiato quarantacinque anni fa, o di quelli che mi dona Giovanni, ma la differenza fondamentale tra i fagioli ammollati da mia madre, tra i ceci di Giovanni che ho pulito questa mattina e quelli acquistati già pronti confezionati, sta principalmente nel tempo che noi mettiamo a disposizione di quei prodotti per gustarne poi la vera identità.

Quando ero ragazzo se dovevi scongelare qualcosa, lo toglievi la sera prima dal congelatore e lo ponevi nel lavandino, oggi in pochi minuti con i microonde ottieni un risultato analogo, ma non uguale. Probabilmente tra dieci anni avremo qualche macchinario che ci permetterà di ammollare in tempo reale i legumi secchi e questo ci permetterà di correre al risultato finale della cottura, saltando tutti i tempi morti. Ma siamo sicuri che quelle attese siano davvero tempi morti o la società in cui viviamo oggi, ci mette in una condizione di frenesia totale, nella quale è importante solo il risultato e non la qualità di quel risultato. Inoltre questa schizofrenia da prestazione, ci porta inesorabilmente a non sapere più apprezzare il gusto dell’attesa, impegnati come siamo ad ottenere tutto e subito.

Sono quasi cinque anni che aspettiamo il risultato di promesse che ci sono state fatte nel progetto di un Mondo Migliore e adesso sembrerebbe che tale fondamentale step, del progetto ideato da Maurizio Sarlo, sia finalmente alle porte; quello che mi chiedo e vi chiedo, è semplicemente di riflettere su questa attesa e sulla conseguente qualità del risultato che andremo ad ottenere oggi, con il raggiungimento dell’ormai mitico microcredito. Io credo che arrivare oggi all’ottenimento della realizzazione della parte economica del programma Coemm, sia ben differente, per noi, da quello che poteva essere due o tre anni fa.

Molti hanno desistito, altri hanno abbandonato, altri ancora hanno deciso di passare ad una posizione di profonda critica rispetto al nostro meraviglioso sogno, ma quelli che sono rimasti dentro i Clemm, nell’universo Coemm, credendo davvero nel progetto, probabilmente riusciranno, grazie alla crescita ottenuta anche nell’attesa di questo risultato, a interpretare l’atavico Quid, in quel contesto in cui andrebbe realmente considerato: non il modo per aumentare la ricchezza personale come nuovi piccoli paperoni, ma il mezzo per realizzare una società migliore, riequilibrata, nella quale ognuno di noi, ognuna di quelle persone che otterrà questo benefit, potrà mettere a disposizione degli altri, la sua ricchezza interiore.

Abbiamo fatto un percorso composto di piccoli passi, fatto di pochi centimetri tracciati ogni volta, ma oggi grazie a quei piccoli passi, chi ha creduto nell’idea Coemm, può dire finalmente di essere in grado di affrontare il peso della responsabilità, anche dell’ottenimento di un diritto di dignità, che di fatto vada ad acuire quel valore in noi, come persone nuove per un mondo migliore e che non ci riporti invece ad essere persone legate al vecchio paradigma, che pensano solo a cosa potere acquistare con questa nuova fonte di benessere.

Continuiamo a fare i nostri piccoli passi, creandoci continuamente nuove attese da realizzare, che vedano coinvolti tutti quei presupposti che possano servire a migliorare la società in cui viviamo e quella terra, che fino ad oggi abbiamo solo devastato, anche per la nostra mancanza di gusto dell’attesa.


“Un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio. Una torre alta nove piani incomincia con un mucchietto di terra. Un lungo viaggio di mille miglia si comincia col muovere un piede.” (Lao Tse)

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