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Immagine del redattoreDaniele Lama Trubiano

I buoni semi


"Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli”. (Il piccolo Principe)


Sono passati quattro anni da quando molti di noi hanno iniziato il cammino verso un Mondo Migliore. Da allora abbiamo visto e sentito tante parole che ci hanno aiutato a comprendere, a capire, a crescere, ma soprattutto ad evolvere la nostra consapevolezza verso quello che dovrebbe essere davvero il paradigma che regola una società basata sull’Essere Umano. In questo spazio temporale sono stati tanti i “contadini” che hanno preparato dei “raccolti” nei campi abbandonati della nostra “rassegnazione”, permettendoci oggi di tornare a sfruttare le potenzialità che la terra della nostra anima, che era stata dimenticata dentro una società fatta di prodotti culturali e sociali predeterminati, che non lasciavano spazio ad una coltivazione diretta e personale del cuore e della nostra mente. E come se negli ultimi trenta anni, avessimo vissuto al confine di un grande campo, nel quale altri ci facevano trovare dei prodotti della terra, che magari non ci piacevano nemmeno, ma che alla fine ci hanno convinto esserci indispensabili.

Il percorso evolutivo dentro il progetto per un Mondo Migliore, ci ha fatto comprendere che non solo il mondo che ci circonda non è il migliore che potremmo avere, ma che addirittura buona parte delle convinzioni che ci hanno imposto, risultano alla fine essere solo delle necessità che ci hanno fatto credere esserci indispensabili, quando invece ne potremmo fare addirittura a meno. Con l’idea di Maurizio Sarlo e grazie ai tanti “contadini di buone informazioni” che ogni giorno si impegnano a fornire una buona comunicazione o preziose conferenze multi-tematiche promosse su tutto il territorio nazionale, oggi possiamo affermare di essere arrivati finalmente alla determinazione, che il terreno che ci circonda nel quale troviamo tante specie di piante, di cui alcune buone ed altre no, delle quali solo noi possiamo personalmente scegliere quali estirpare e quali invece continuare a coltivare con amore.

Oggi tutti noi che crediamo che un nuovo paradigma sia realizzabile, abbiamo finalmente la consapevolezza ed anche l’onere, di dover procedere in questa selezione, per permettere alle piante buone di Coemm di crescere rigogliose, senza essere affogate da erbacce cattive. Qualcuno potrebbe affermare che anche Coemm in questi anni è stato composto anche di erbacce cattive, ma è anche incontestabile che oggi ne troviamo sempre meno e che sicuramente in futuro di quegli infestanti, nei campi del mondo Coemm, non ne troveremo più.

Appurato che oggi abbiamo raggiunto la necessaria preparazione per riconoscere le piante buone da quelle cattive, ci troviamo di fronte ad un nuovo step della nostra crescita nel progetto Coemm, ovvero quella che ci porterà a creare dei “campi coltivati” di conoscenza e consapevolezza, nei quali nasceranno però solo piante buone. Vi chiederete come questo sia possibile e la risposta la troviamo nell’opera meravigliosa di Antoine de Saint-Exupéry “Il piccolo Principe”:

“Sul pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza: dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a che all'uno o all’altro, pigli la fantasia di risvegliarsi”.

Ecco il nostro compito, da oggi in avanti, sarà quello di avere la fantasia di fare risvegliare i buoni semi, che dormono nel profondo del cuore di ogni essere umano, allo scopo di farli germogliare e crescere, imparando a “vederli” nel profondo di chi incontriamo, dove sembrerebbero invisibilmente nascosti. In questo modo, prima di quando ce ne possiamo rendere conto, saremo circondati solo da buone piante, che saranno propedeutiche a creare quel futuro che tanto agogniamo e che potrà essere realizzato, solo se riusciremo davvero a dimostrare la forza della nostra “Resilienza”, che dovrà continuamente provvedere a seminare i campi dell’Umanità.

Non vi è un solo raccolto per il cuore: il seme dell’amore deve essere riseminato senza posa.” (Anne Spencer Morrow Lindbergh)

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