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Creatività

“Dove si crea un'opera, dove si continua un sogno, si pianta un albero, si partorisce un bimbo, là opera la vita e si è aperta una breccia nell’oscurità del tempo.” (Hermann Hesse)

A dicembre, la Presidente di Coemm, ci ha proposto come tema del mese la “Creatività” e se partiamo dalle sue parole, ogni argomento che ci regala mensilmente, fanno parte di un percorso che racconta la nostra evoluzione dentro il progetto Coemm. Come quasi ogni mese, la terminologia fornitaci da Maura Luperto, nasconde dentro di sé qualcosa di più elevato della semplice parola che ci viene fornita e racchiude dentro di sé un messaggio

etico-filosofico, che racconta la profondità del nostro viaggio verso il Mondo Migliore. Parlare

di “creatività” sembrerebbe di una semplicità che sfiora addirittura la banalità, considerato quanto possiamo dire sulla nostra capacità di creare, partendo proprio dal significato lessicale della stessa parola “Creatività”, che il vocabolario ci descrive come “un termine che indica genericamente l'arte o la capacità cognitiva della mente di creare e inventare”.

Se vogliamo parlare di creativi poi c’è solo l’imbarazzo della scelta ma sicuramente se chiediamo attorno a noi chi potrebbe rappresentare l’icona di tale definizione, la maggior parte delle persone risponderebbe Leonardo da Vinci. Inventore, artista e scienziato italiano, rappresenta uno spettro ampissimo della creatività umana e a noi pare di vederlo, mentre issato sui ponteggi del cenacolo nel convento adiacente Santa Maria delle Grazie a Milano, sta dipingendo forse l’opera d’arte più importante che abbia dedicato alla religione. Proviamo a immaginare di avvicinarci a lui per complimentarci della sua creatività, ma quello che avrebbe dovuto essere un nostro atto di deferenza per la grandezza di questo artista, in realtà farebbe scaturire una reazione del maestro toscano, che intimerebbe alle guardie di arrestarci per blasfemia.

Leonardo si sarebbe guardato bene dal definirsi infatti creativo e per l’esattezza per trovare riferimenti ad esseri umani creativi, dobbiamo arrivare alla metà del secolo scorso, quando la creatività, come atteggiamento mentale proprio, venne sdoganata come una delle prerogative insite nell’Essere umano.


Prima di allora nessuno avrebbe osato definirsi creativo, proprio per la radice stessa della parola “Creatività” che deriva dal latino “Creare” la cui radice “Kar" deriva direttamente dal sanscrito antico “Kar-Tr” che vuole significare “Colui che fa”, ovvero il Creatore nella sua eccezione più Divina. Comprenderete bene adesso la difficoltà che avrebbe avuto Leonardo a paragonarsi a Dio in un’epoca nella quale finivi sul rogo per molto meno.

Allora cosa ci ha proposto Maura Luperto questo mese proponendoci di parlare di “Creatività”? Noi riteniamo che il suo pungolo si rifaccia proprio alla definizione originaria della parola, che attraverso la sua specularità divina, legata ad un Entità che Crea per il tutto e non per sé stessa, ci possa condurre ad una esistenza di creazione fatta di atti etici e altruistici, in una visione totale della nostra attività e non più mirata semplicemente ad un tornaconto personale. Essere creativi oggi, per chi crede nel progetto per un Mondo Migliore, non vuole dire di essere in grado di proporre novità, idee o progetti che possano contribuire a realizzare una società diversa, ma più profondamente il riuscire a creare un risultato, magari legato alla nostra ricchezza interiore, da mettere a disposizione del Tutto.

Se vogliamo davvero cambiare il sistema che regola questa società e creare un nuovo paradigma che riequilibri la ricchezza sconfiggendo la povertà, in primis dobbiamo raggiungere la Consapevolezza che la “Creatività” di cui abbiamo le capacità, non è un dono che abbiamo ricevuto per noi, bensì è un’occasione che ci è stata regalata per contribuire in modo fattivo, alla “Crescita” della comunità mondiale di cui siamo ingranaggi indispensabili. “Crescita e Comunità”, tra l’altro, hanno entrambe la radice “Kar” e se le approcciamo con Amore, altruismo ed eticità, ci possono permettere di avvicinarci al divino che è in noi, in un concetto che troviamo descritto “divinamente” nelle parole di un altro grandissimo creativo: Beethoven.

“Ogni vera creazione d'arte è indipendente da colui che l'ha realizzata, più potente dell’artista stesso e ritorna al Divino attraverso la sua manifestazione. In questo è un tutt'uno con l’uomo: che è testimone dell’espressione del Divino in sé.”

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